Il nostro corpo è stato creato per rimanere in posizione eretta.
Stare seduti è certamente meno stancante che stare in piedi ed è per questo che si ricorre alla sedia per lavorare, studiare o in generale quando l’attività da svolgere richiede più tempo.
Benché apparentemente impossibile, la posizione seduta sovraccarica la colonna molto più che la stazione eretta ed è per questo causa di numerosi disturbi. Infatti, nei paesi industrializzati l’incidenza dei problemi alla colonna (lombalgia, sciatalgia, cervicalgia, cefalea mio-tensiva, discopatia, ecc) va dal 75 al 90%, contro il 7-18% circa dei paesi non industrializzati. Ciò è dovuto alla sedentarietà e all’utilizzo di sedute non ergonomiche.
Purtroppo la sedentarietà è un rischio subdolo, in quanto il danno non viene percepito mentre accade e per questo difficilmente ne si identifica la causa: infatti, pur avvertendo fastidi in posizione seduta, i sintomi più gravi si verificano successivamente, quando cioè utilizzeremo la colonna per muoverci e quindi quando il danno è già fatto.
Ecco perché l’ergonomia da molto tempo considera lo stare seduti correttamente un
fattore fondamentale per la prevenzione
La cosa più importante è di evitare la sedentarietà, adottando uno stile di vita dinamico ed attivo.
Ma quando siete obbligati a stare seduti a lungo, dovreste utilizzare sedute attive, che
garantiscono una postura in piena ergonomia ed in movimento!
La ricerca scientifica ha chiarito da tempo che stare seduti, per periodi superiori alle 3 ore quotidiane consecutive, comporta l’insorgenza di numerosi disturbi di carattere muscolare e scheletrico alla colonna e
circolatori agli arti inferiori. Mentre fino a pochi anni fa la postura scorretta veniva indicata come causa principale, oggi è chiaro che, pur mantenendo una posizione ergonomica, l’assenza di movimento provoca il sovraccarico e il dolore della colonna vertebrale. Infatti, è esperienza comune quella di ognuno di noi che seduto in ufficio, al cinema o a casa, tende a cambiare continuamente posizione sulla sedia, in particolare quando i disturbi e le ore di permanenza aumentano.
Il corpo ci “chiede” di muoversi per opporsi alla staticità per lui dannosa, ma ciò finisce con il peggiorare la situazione, poiché si assumono posture scorrette e ancor più dannose instaurando così un pericoloso circolo vizioso.